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Misericordie come Case del Noi. Veri spazi comuni...

Aldo INTASCHI_il Governatore

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Camaiore - Chiesa del Suffragio

La nascita e lo sviluppo delle città grandi e piccole ha portato con sé il potenziamento delle relazioni sociali. Lo sviluppo delle relazioni, la crescita dei servizi pubblici hanno determinato la necessità di maggiore partecipazione all’organizzazione e all’esistenza stessa della città e delle attività di interesse collettivo. Tale partecipazione era regolamentata all’interno degli SPAZI PUBBLICI. Infatti la convivenza, la riproduzione dei rapporti sociali nella comunità -  generando inevitabili differenziazioni sociali - necessitava di uno spazio pubblico atto alla regolamentazione dei diritti e delle necessità. Dalla convivenza delle persone nascono i processi di socializzazione e l’affermarsi della cittadinanza regolato e garantito dalla funzione pubblica. 

Lo Spazio Pubblico era inizialmente garante della convivenza, dell’affermazione dei diritti e della Formazione della Coscienza Collettiva. 

Come ben descritto in vari approfondimenti fatti da molti docenti nel corso degli ultimi decenni lo spazio pubblico ha perso il suo ruolo fondamentale. La moltiplicazioni delle occasioni in relazione alle modifiche degli stili di vita, l’avvento di internet e l’esplosione dei social, ha determinato nelle nuove generazioni la scelta e la ricerca di quelli che sono stati chiamati i luoghi “della non-socializzazione”. Questi spazi per “fare insieme diverse attività” si sono progressivamente sostituiti alla partecipazione negli spazi pubblici. Le rigide regole di partecipazione alla vita dello spazio pubblico lo ha reso inadeguato e poco attraente. 

Il progressivo impoverimento della partecipazione ha contribuito ad incentivare l’individualismo, la chiusura nel privato molto spesso sempre più coincidente con alcuni metri quadri di una stanza e un “telefonino”. Il privato si contrappone in tal modo al pubblico mettendo in crisi le tipiche regole di una Società.

L’esasperazione dell’individualismo determina una crisi del confronto sociale, l’individuo “esibisce” solo modalità comuni perché non confrontandosi non esalta le differenze personali, o i propri contributi di riflessione. Evita la formazione di una opinione. L’opinione nasce infatti solo dal confronto e da pensieri anche divergenti e comunque sempre dal rapporto dialogico tra le parti. 

Un esempio delle conseguenze prodotte dal fenomeno imperante dell’isolamento sociale è proprio quello fornito dalla reazione del cittadino al fenomeno massiccio dell’immigrazione. Dove manca il confronto, predomina la povertà di occasioni di dialogo e conseguentemente si diffonde l’insicurezza e la paura così come il sentimento di “espulsione” della diversità. Ovviamente quindi uno spazio pubblico de-socializzato, de-funzionalizzato non è attraente e spinge al privato. 

Il disagio prodotto dagli effetti dell’individualismo sono evidenti e principalmente caratterizzati da un aumento delle marginalità delle nuove povertà e una crescita esponenziale della crisi dei servizi istituzionali dedicati alla tutela del cittadino, incapaci di far fronte con strumenti adeguati alle nuove criticità dilaganti.

La possibile soluzione è offerta dalla proposta di uno strumento intermedio, lo “spazio comune”.  Si stratta di uno spazio non occasionale ma non obbligatorio dove si proponga e si incentivi la piena espressione dell’individualità contro l’individualismo. Lo spazio comune propone la realizzazione della partecipazione a beneficio di un gruppo finalizzato o ispirato ad un agire. Lo spazio comune sollecita la partecipazione rompendo l’isolamento del “pensiero unico”. 

Attraverso il “fare” all’interno dello spazio comune si ottiene il riconoscimento di un proprio ruolo a partire dalla capacità e dall’impegno, dalla propria disponibilità.

prof. Giuseppe BERTACCHI

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Camaiore - Sede storica

Il soggetto trova all’interno dello spazio comune una collocazione sociale che è espressione di un lavoro comune per la qualità della propria vita e quella degli altri. Questo processo pone le basi per un agire da cittadino attivo, consapevole e riflessivo. 

Lo spazio comune è lo spazio fisico mentale ed emotivo nel quale si decide di uscire dall’isolamento facendosi carico di nuove “imprese” in campo sociale. Si tratta di “ambienti” caratterizzati dal reciproco coinvolgimento, partecipazione auto-organizzazione. Sono realtà centrate sul fare sul realizzare progetti che vedono nuove ed inedite modalità di interazione con le amministrazioni locali e con i servizi pubblici mettendo in gioco indispensabili risorse professionali coniugandole con la disponibilità del volontariato ad agire in una logica di auto-organizzazione. 

L’arricchimento sociale e culturale è quindi frutto di un processo che può essere così sintetizzato:

il singolo parte come persona e nel processo costituisce un collettivo, assume cioè la necessaria rottura dell’individualismo per farsi società e di fatto politica, ritrovando motivazioni, soddisfazioni e arricchimento culturale e sociale che l’esasperazione della dimensione del privato gli negava. 

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1970 Prima "Casa" nella ex Montecatini

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1973 Mitica "Casa" di via Trieste

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1989 Ospiti nella "Casa" della sig.ra Tagliaferri

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1991 Ospiti al piano terra dell'Arlecchino

Nel nostro Paese la ricchezza del Movimento delle Misericordie rappresenta uno degli esempi più funzionanti e significativi di “Spazi Comuni”. In questo senso la Misericordia di Camaiore e Lido è sempre stata la casa di tutti i volontari, confratelli e consorelle, a partire dalla sua costituzione, circa quattro secoli fa nel cuore di Camaiore, per arrivare in via del Secco presso la ex Montecatini, per passare alla mitica sede di via Trieste, dall’appartamento messo a disposizione dalla Sig.ra Tagliaferri agli spazi ricavati in alcuni ambienti messi a disposizione dal Comune nei locali dell’Arlecchino fino alla tanto desiderate attuali nuove sedi sociali di via del Secco, 81 e via del Mattatoio.

Le attuali sedi sociali e operative sono sempre state, anche se con sfumature diverse, le case di tutti coloro che volevano, spinti da tanta passione, fare qualcosa per gli altri. Sempre abbiamo avuto la convinzione che le nostre case dovessero essere uno spazi di libertà aperti e con la nuove sedi abbiamo subito dato corpo a questa idea trasformandole sempre di più in centri di aggregazione naturali della Comunità camaiorese attivando servizi e spazi per tutte le fasce della popolazione: giovani, anziani, famiglie e bambini.

Questo nostro modello nel corso degli ultimi venti anni si è riprodotto sviluppando iniziative e progetti che hanno dato vita a “nuove case”:

•  case accoglienti per gli anziani delle nostre comunità ormai operativa in vari territori come Lido di Camaiore, Camaiore e Massarosa;

•  oltre trenta case per accogliere le famiglie in difficoltà del nostro comune di cui 10 nel nostro Villaggio e venti sparse sul territorio oltre ad una Agenzia Casa per facilitare le persone meno abbienti nella ricerca di alloggi;

•  aver contribuito a far nascere altre “case di misericordia” come quella delle Seimiglia nel nostro Comune e quelle più grandi nelle città di Alba, Piacenza e Genova e averne supportate altre nel momento del bisogno;

•  aver sostenuto per 5 anni la rinascita di una casa della Misericordia in Mozambico dove abbiamo investito oltre 200 mila € per aiutare, in collaborazione con i Missionari e i Diocesani presenti sul posto, questi nostri fratelli più deboli attivando servizi educativi, sociali e sanitari;

•  partecipare attivamente alla vita della nostre “case madri” cioè la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e la Federazione Toscana delle Misericordie affinché siano sempre più funzionali e proiettate al sostegno di chi è nel bisogno;

•  attivarci per definire il progetto della nuova “casa del Noi” che porterà nuovi spazi per i volontari, lo sviluppo delle nostre attività a favore degli anziani, delle donne vittime di violenza e degli uomini soli chi vivono il dramma della solitudine e povertà … e finalmente la Chiesa del Suffragio da vivere anche come “angolo della bellezza” a testimonianza del nostro impegno di Misericordia nella Carità Cristiana.

Se tutto questo si è realizzato in parte e continuerà a realizzarsi, senza dubbio il merito va a tutti coloro che come volontari ed operatori sociali grazie alla loro passione e alla qualità della loro presenza, la loro disponibilità, la giusta pazienza abbinata alla necessaria voglia di comprendere gli altri ogni giorno fanno sì che la nostra importante sede sociale sia meno struttura di servizi e più CASA.

Che Dio ci guidi e ci assista con la sua infinita Misericordia.

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dal 1996 ad oggi - La "Casa del Noi" fino ad oggi

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Camaiore - la sede operativa

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