Gente comune di buona volontà
Arnaldo BARTOLOMEI
Ho avuto il primo contatto con la Misericordia nel 1973, anno dell’austerità: la domenica le auto non potevano viaggiare, così Ettore Maggi, l’allora Presidente della Misericordia, ancora Sezione di Camaiore, organizzò una “Pedalata” attraverso tutta la Versilia, alla quale partecipai.
Ma l’occasione di soddisfare il bisogno interiore si presentò nel 1976 quando fui invitato, ad una riunione nella sala parrocchiale del Secco: fummo accolti dai responsabili della Misericordia che con semplicità e chiarezza chiesero l’aiuto di
tutti per rendere la Sezione del Lido autonoma e farla crescere. Il fatto destò in me tanta curiosità: mi ero appena affacciato ad un mondo nuovo, a me completamente sconosciuto, così l’entusiasmo mi spinse a partecipare ad altre riunioni finchè decisi di unirmi a loro.
Quando Aldo mi ha telefonato per chiedermi di scrivere “qualcosa” da inserire nella pubblicazione che sarà preparata per festeggiare i 25 anni di vita della nostra Misericordia, mi è preso un certo sgomento…ero sconvolto a causa di una brutta notizia appena ricevuta, situazione per me non nuova: ”Le cose brutte della vita” mi avevano già colpito in precedenza costringendomi ad abbandonare, “fisicamente” ma non con il cuore, la Misericordia.
Tuttavia, trascorsi alcuni giorni, la mia “memoria storica” ha cominciato di nuovo a funzionare: quale era la ragione per cui ero entrato a far parte della Misericordia? Qualcuno sostiene che esiste in molti di noi un innato spirito altruistico che a un certo punto ci fa sentire il bisogno di fare qualcosa per gli altri.
Gli anni che seguirono furono molto laboriosi: alla Misericordia c’era una squadra di persone che, in maniera esemplare e con spirito di servizio, lavoravano insieme cercando di ottenere risultati importanti e riuscendo a gettare le fondamenta della stupenda costruzione di cui oggi usufruiamo.Una delle persone che ho incontrato quando sono entrato a far parte del gruppo, è Aldo Intaschi. Lui stesso, in un suo scritto si definisce uno dei “protagonisti” e dice di non aver mai desiderato la carica di “leader”.Ebbene, è sempre stato disponibile in caso di necessità ai “rimpiazzi” e posso dire di considerarlo un autentico “leader” come persona capace di convincere e coinvolgere.Mi piacerebbe che queste memorie storiche, non fossero disattese, soprattutto da parte di coloro che tale storia non hanno vissuto essendo approdati recentemente alla Misericordia.